Automototech 2016 - Numero 1 - Editoriale

AUTOMOTOTECH 2016

EDITORIALE

AUTOMOTOTECH è rimesto silente per molto più a lungo di quanto volessi, e me ne scuso con chi ha avuto la generosità di accedervi dall’inizio per poi rimanere a secco per colpa mia. Gli impegni sono molti e il mio è un “One Man Army”, più il supporto tecnico di Fabio, che è molto importante. AUTOMOTOTECH ricomincia con una monografia dedicata alla Ford, e al suo grande fondatore, Mr. Henry Ford, un gigante nella storia dell’industria automobilistica, dell’ingegneria automobilistica, della mobilità individuale. La sua leggendari Model T, nata nel 1908 e uscita di produzione nel 1927, fu costruita in oltre 15 milioni di esemplari, un record assoluto se lo si raffronta con la potenzialità del mercato mondiale di allora e con i limiti della rete stradale e di quella delle infrastrutture.

La Ford Model T fu l’inizio di tutto, della mobilità individuale, di un formidabile ampliamento degli orizzonti personali. Nessuno mai più come Henry Ford, che ha avuto anche il grande merito di essere anche il patriarca di una famiglia di industriali che hanno continuato a lavorare duro, timbrando il cartellino alla mattina alle 8.00, assieme alle altre migliaia di lavoratori che compongono la poderosa forza lavoro Ford in tutto il mondo, condividendone impegno, fatica, dedizione. Ford Motor Co. è tutt’ora una Azienda a conduzione famigliare, e non è un merito da poco perchè è una condizione tutta diversa da quella delle grandi, anonime Corporations affidate a manager che, in fondo, sono in primo luogo dei mercenari. Oggi ci sono tre Ford che timbrano il cartellino ogni mattina a Dearborn: Elena, Edsel II, e William Clay jr. che è il Presidente Esecutivo. Degli eredi del Grande Vecchio, mi piace ricordare soprattutto la figura di Henry Ford II, l’uomo che ha voluto la Mustang quando nessuno in tutta l’industria mondiale pensava ad un’auto del genere. E la Ford ha voluto che Mustang, il simbolo di una stagione ben più positiva della attuale, ritornasse in Europa nella sua ultima, formidabile evoluzione. Speriamo sia un segno per tempi migliori.

Ma c’è anche un altro ritorno che scalderebbe il cuore di Henry Ford II: la nuova Ford GT che sta per scendere in pista alla 24 Ore di Le Mans, 50 anni dopo che Henry Ford II vinse la sua sfida con Enzo Ferrari e piazzò tre GT 40 Mk II ai primi tre posti della mitica maratona. C’è tutto l’orgoglio di chiamarsi Ford in questo ritorno ad una delle competizioni più illustri dell’automobilismo mondiale, e con una vettura da togliere il fiato tanto è bella e carica di super-tecnologia.

Se poi Ford rinverdisse anche il mito dei suoi imbattibili V8 DFV-DFY-HB-ZetecR, credo che sarebbe un gran giorno per lo sport. Ma credo anche che in Ford aspettino che prima si dissipi la nebbia che ottenebra la FIA e si ritorni ad un regolamento tecnico scritto da ingegneri, e non avvocati, che sia degno dell’etichetta F1. Adesso basta con le chiacchiere. Buona lettura e grazie.

 

Bruno dePrato

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