CADILLAC CT6

CADILLAC CT6

Cadillac fu fondata nel 1902 come marchio dedicato alla realizzazione di vetture di prestigio. In linea con questa missione, Cadillac già negli anni ’20 e ’30 realizzava vetture equipaggiate con maestosi V12 che, si dice, abbiano ispirato lo stesso Enzo Ferrari quando decise di dare vita ad un proprio marchio.

Negli anni ’50 Cadillac ha fatto sognare anche gli italiani, almeno i più abbienti, affascinati dalle forme possenti della Sedan de Ville, l’ammiraglia dell’epoca. Fra tutti i modelli che testimoniano l’eccellenza assoluta delle Cadillac di quegli anni voglio proporvi le immagini di Eldorado Coupè e  Convertible e della Eldorado Brougham Sedan del 1957/1958, semplicemente magnifiche ancora oggi.


CADILLAC ELDORADO COUPE 1958

CADILLAC ELDORADO CONVERTIBLE 1958


CADILLAC ELDORADO BROUGHAM SEDAN 3-4 FRONT 2

La Eldorado Brougham Sedan, fra le altre esclusive, vantava il tetto in acciaio inossidabile satinato e le portiere a “portafoglio”. Al confronto, le Mercedes dell’epoca, e le successive per parecchi anni erano dei veri “carrettoni” (le altre tedesche non entravano neppure in classifica). La qualità progettuale Cadillac ed il potenziale dei suoi maestosi V8 avevano avuto una conferma assoluta nel 1950, quando una Cadillac Coupè deVille assolutamente di serie conquistò un prestigioso decimo posto alla 24 Ore di LeMans.

Cadillac è stata leader incontrastata del mercato luxury-performance fino alla crisi che ha colpito l’industria automobilistica USA dalla seconda metà degli anni ’70 e che innescò un progressivo degrado minimalista che portò Cadillac a non proporre più una vera ammiraglia, un bel “macchinone” da oltre cinque metri, maestoso e potente. A partire dagli anni ’90, la berlina STS, al limite dei 5.0 metri e dotata dello splendido V8 Northstar 4.6 litri bialbero-32 valvole da 325Hp, sembrò annunciare un possibile ritorno alle glorie del passato, ma poi arrivò la crisi del 2008 e tanti saluti.

C’è voluto fino al 2016 per rivedere una vera ammiraglia Cadillac: la CT6, 5,20 metri di grande stile e di ancor più grande hi-tech americana messa al servizio del comfort, della sicurezza e di prestazioni globali di assoluta eccellenza. Il progetto CT6 è partito nel 2007 ed è stato progressivamente raffinato fino a rappresentare oggi lo standard di riferimento della categoria. Cadillac CT6 ha forme eleganti, nitide e atletiche che ne sottolineano la doppia vocazione luxury e performance. La calandra è poderosamente Cadillac con le tre barre cromate e il tradizionale scudo Cadillac che completano il fascino “americano” del frontale. Il profilo laterale è affilato, con il montante posteriore fortemente rastremato per un look da coupè due volumi e mezzo che rende CT6 compatta e slanciata e affila il Cx a un pregevole: 0,31.

A dare ulteriore muscolarità all’assetto provvedono le bellissime ruote da 20 pollici, in lega leggera e cromate. Bella, elegante, di forte personalità, ma l’eccellenza assoluta della nuova Cadillac CT6 è soprattutto nel suo progetto ingegneristico, a partire dal nuovo V6 3.0 litri biturbo-iniezione diretta da 417Hp a 5700 giri e coppia di ben 555Nm, costanti da 2500 a 5100 giri.

Questo nuovo V6 è derivato dal V6 3.6 litri, bialbero-24 valvole-iniezione diretta, che è una sorta di motore universale per i marchi G.M. North America. É un eccellente propulsore in tutte le sue variazioni, sia aspirate, con potenze fino ai 336Hp di Camaro, sia biturbo, con potenza di 460Hp su Cadillac ATS-V. Nella versione originale di 3.6 litri, il V6 ha misure alesaggio-corsa superquadre, 95mm x 85,8mm. La riduzione a 3.0 litri è stata ottenuta quasi totalmente a spese dell’alesaggio, sceso a 86mm, mentre la corsa è rimasta praticamente inalterata a 85,5mm. Alimentato da un avanzato sistema di iniezione diretta, il V6 3.0 litri è sovralimentato da due turbo di ultima generazioni, compatti e a bassa inerzia giroscopica grazie alle leggerissime turbine in lega di titanio e alluminio, che assicurano sia una rapida risposta in potenza di alta intensità a bassi giri motore, sia una ragguardevole potenza massima ai regimi elevati. Propulsore a Ciclo Otto ad alta efficienza, mantiene un rapporto di compressione doverosamente elevato, 10:1, anche a fronte di una robusta turbo-sovralimentazione. La configurazione estremamente corretta della camera di combustione avrebbe consentito di innalzare ulteriormente tale valore, ma questa unità deve poter essere alimentata con benzina il cui valore ottanico è limitato a 91RON, al fine di renderne agevole l’utilizzo anche in paesi gli standard di raffinazione del petrolio non sono al massimo della tecnologia.

La nuova Cadillac CT6, infatti, è intesa come un modello globale ed è per questa ragione che è equipaggiata con un motore a soli sei cilindri e di soli 3.0 litri, ma la cilindrata è conseguente alla necessità di conformare un modello così strategico alle esigenze del mercato cinese, il secondo per Cadillac dopo gli USA, e in Cina il limite di 3.0 litri è una discriminante fondamentale. La sua potenza e la sua efficienza lo inseriscono nel novero dei propulsori la cui filosofia progettuale è aggiornata secondo quanto ho illustrato nel mio articolo “Evoluzione delle termodinamiche a Ciclo Otto”. Il progetto CT6 viene da lontano e, soprattutto, guarda molto avanti. Il V6 3.0 litri è compatto, leggero e impiega la più aggiornata tecnologia di contenimento dei consumi tramite l’esclusione di tre dei sei cilindri nella guida a carichi ridotti, in crociera autostradale. Il cambio è il nuovo Hydra-Matic 8L90, automatico a 8 marce di progettazione e produzione General Motors, utilizzabile in modalità manuale-sequenziale grazie alle palette poste sotto il volante. Completa il sistema propulsivo una trazione integrale dotata di frizione multidisco a pilotaggio elettronico in funzione di differenziale centrale/distributore della coppia motrice fra i due assi.

Come il nuovo V6, anche il complesso scocca-autotelaio rappresenta una eccellenza assoluta del progetto ingegneristico Cadillac CT6. La scocca, in particolare, rappresenta il nuovo standard di riferimento nella categoria in quanto utilizza una nuova tecnologia per associare elementi strutturali sia in acciaio che in alluminio allo scopo di realizzare il migliore rapporto fra peso e rigidità torsionale. La scocca CT6 pesa, infatti, almeno 100kg meno di quella della migliore concorrente nella classe dimensionale, ma realizza una rigidità torsionale di ben 37.000 Nm/grado, e anche tale valore è un record assoluto. Questo scende ad un ancora ottimo 30.000 Nm/grado quando la vettura è equipaggiata con il tetto panoramico, che è incluso nella dotazione per l’Europa. Personalmente ritengo che sarebbe meglio restasse un optional perchè, oltre a ridurre il valore di rigidità torsionale, aumenta il peso della sezione superiore e, quindi, alza il baricentro. Ma siamo alle considerazioni filosofiche. L’autotelaio ha un assetto incredibilmente hi-performance con sospensioni multi-link in alluminio, sia anteriori che posteriori, e ammortizzatori attivi a modulazione elettromagnetica.

La tecnologia made in Italy contribuisce al progetto con l’eccellenza dell’impianto frenante Brembo Corsa, con pinze anteriori a quattro pistoni, e dei radiali Pirelli P Zero. A richiesta, è disponibile anche il sistema di sterzatura attiva del retrotreno. A bassa velocità la sterzatura posteriore, max. 3°, è in opposizione a quella anteriore, per massima maneggevolezza, mentre ad alta velocità è in sincronia con l’anteriore, per massima stabilità e tenuta in curva. Questa raffinatezza meccanica si combina con l’eccellenza dei sistemi elettronici americani per il controllo di trazione, di stabilità, di frenatura automatica e tutto quanto altro serve per una guida non solo sicura, ma assolutamente entusiasmante.

Ho guidato Cadillac CT6 su strade e autostrade germaniche ed è stata una esperienza formidabile che ha alla sua base una serie di qualità vincenti, a cominciare da un peso che, con i pieni e in esecuzione con trazione integrale, rimane inferiore alle due tonnellate, eccezionale per una berlina di 5.20 metri. Questo fattore ha influenza fondamentale su tutte le prestazioni della CT6, dalla agilità e maneggevolezza alla stabilità e neutralità di risposta allo sterzo, dal consumo medio alla accelerazione e ripresa. Nel corso del test, il V6 Cadillac 3.0 biturbo si è rivelato largamente al di sopra delle mie aspettative, soprattutto in merito alle doti di elasticità e densità della risposta in potenza ai bassi regimi, messe in mostra sia nella guida urbana, sia in quella su strade secondarie dall’andamento sinuoso e che, semi-deserte, mi hanno consentito di sfruttare appieno sia lo straordinario potenziale del propulsore, sia le superbe doti dinamiche dell’assetto di un autotelaio veramente impeccabile e avanzatissimo in tutte le soluzioni tecniche adottate.

Sul piano delle prestazioni, Cadillac CT6 vanta una velocità massima di 240km/h, limitata elettronicamente, e accelera da 0 a 100kmh in 5”7, e le sue doti di ripresa sono estremamente vigorose a qualsiasi velocità. Ho condotto la prova a velocità che, fortunatamente, la Polizei non ha avuto modo di notare, nè su strada nè in autostrada, e il consumo rilevato al termine è stato di 10,2 litri/100km, molto più contenuto di quanto prevedevo, a ulteriore conferma della eccellente efficienza del propulsore. Fondamentale anche il contributo che viene dal peso decisamente inferiore alla media delle concorrenti. Cadillac CT6 si è lasciata guidare come una vera sportiva mostrando doti di tenuta e di nitidezza della risposta allo sterzo che non avevo mai riscontrato in una berlina di oltre 5 metri.

Su un bel percorso misto in mezzo ai boschi, CT6 ha mostrato straordinaria agilità e maneggevolezza, con grande neutralità di risposta allo sterzo e formidabile tenuta alle accelerazione laterali in curva. Infine la CT6 ha superato una sorta di prova del fuoco, un curvone di raccordo fra due bracci delle autostrade che escono da Berlino. É un curvone che non finisce mai perchè realizza quasi una inversione di marcia. All’ingresso un cartello indica un limite di velocità di 100km/h, ma la mia Cadillac CT6 l’ha affrontato a 180km/h, in progressione costante, come su un binario, dall’inizio alla fine, bang! Da togliere il fiato! Ottimo come sempre l’impianto frenante Brembo, debitamente assistito per un morso aggressivo già alla prima affondata. Il cambio è molto rapido, fluido e perfettamente liscio nei cambi di marcia, sia in progressione che in scalata, in modalità sia automatica, sia manuale-sequenziale, posizionando debitamente la leva selettrice e utilizzando le palette sotto il volante. Semplicemente splendido il comfort acustico, e il comfort in generale. Una vera ammiraglia per il nuovo millennio, Cadillac CT6 si è rivelata straordinariamente godibile, grintosa oltre le aspettative, divertente e molto sicura.

La dotazione elettronica è roba da NASA, con il ritorno del sistema Night Vision, una geniale intuizione degli specialisti di Cadillac che, con i colleghi di Motorola, già nel 2007 proposero al pubblico un sistema di visione termica notturna che copriva un angolo di visuale molto più ampio di quello dei fari e che, soprattutto, consentiva di individuare persone e animali che altrimenti sarebbero sfuggiti alla percezione del pilota. NightVision è riproposto in quello che Cadillac chiama Driver Information Center. Rispetto alla precedente versione, le immagini sono molto più definite e uomini e animali sono evidenziati in giallo.

Ovviamente CT6 dispone di head up display per le informazioni basilari, di telecamera anteriore e posteriore, sensori radar posteriori-trasversali per rilevare il traffico in arrivo dai due lati, nelle uscite da parcheggio cieco in retromarcia. Ma questi sono solo gli spunti più rilevanti, ma la dotazione è veramente ineguagliata con sistemi di connettività e infotainment untra-efficienti come CUE e OnStar. Cadillac CT6 è disponibile in due esecuzioni: Luxury, prezzo €76.180 con dotazione già al top, e Platinum, prezzo €97.710 comprensiva anche del retrotreno a sterzatura attiva. In ambedue i casi il rapporto di controvalore qualità/prezzo è inavvicinabile dalla concorrenza.

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