NISSAN: HI-TECH E CREATIVITÁ

NISSAN: HI-TECH E CREATIVITÁ

Nissan è oggi uno dei marchi automobilistici più vitali dello scenario mondiale grazie alla tecnologia di eccellenza che viene profusa in ogni nuovo progetto, indifferentemente che si tratti di un modello generalista, come una sub-compatta urbana, oppure di una super-sportiva ai massimi livelli come la mitica GTR. Fra questi  estremi, Nissan offre una varietà di modelli che l’hanno puntualmente mantenuta nella posizione di leader ingegneristico e tecnologico conquistato a partire dalla metà degli anni ’30 del secolo scorso.

L’attuale Nissan nasce ufficialmente nel 1931, a Yokohama, ma all’epoca si chiamava Jidosha Seizo Co. E la prima vettura passeggeri era identificata dal marchio Datsun, l’originale, cui si è affiancato quello Nissan, che includeva la divisione veicoli industriali. Nel 1934 veniva completata la costruzione dello stabilimento di Yokohama e la ragione sociale è diventata ufficialmente Nissan Motor Co. con capitale sociale di 10 milioni di yen.  La prima berlina con marchio Nissan è apparsa nel 1937. Si trattava della Model 70, una berlina di lusso dalla linea e dalla finizione eleganti e che sovrastava i contemporanei modelli Datsun, sia in dimensioni che in classe, anche se la Datsun 16 presentava già uno stile ben aggiornato ed una abitabilità per quattro persone, qualità ribadite con il successivo Model 17. Nel 1932 il Giappone conquistò la Manciuria e nel 1939 Nissan vi stabilì uno stabilimento con linea di assemblaggio e finizione di auto da componenti prodotti nello stabilimento di Yokohama. Dopo l’interruzione dovuta allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, nel 1946 Nissan è ritornata nella storica sede di Yokohama e rimettendo in moto le catene di produzione di auto e veicoli industriali.

E nel 1947 Nissan ha messo in produzione quella che potrebbe essere interpretata come l’anticipazione di una vocazione che avrà una potente accelerazione all’inizio degli anni 2000: entra in produzione la famiglia dei modelli Tama, a propulsione elettrica. Ovviamente all’epoca Nissan, come tutti, aveva accesso alla tradizionale tecnologia delle batterie piombo-acido, con tutte le limitazioni funzionali relative, nonostante le quali, però, resta molto significativo che Nissan abbia iniziato già allora a studiare la propulsione elettrica in autotrazione. Circa 60 anni dopo quegli studi avrebbero portato alla realizzazione della prima vettura a propulsione elettrica pura: Nissan Leaf. Ma i tempi e le tecnologie non erano ancora maturi.

Nel 1957 fa la sua comparsa un modello fondamentale, la berlina sportiva Skyline, capostipite della gamma delle grandi sportive Nissan gloriosamente culminate nella attuale GT-R Nismo da 600Hp. Prima di arrivare a questo formidabile modello, Nissan ha sviluppato una sequenza di vetture sportive “leggere”, a partire dall’inizio degli anni ’60, quando dà vita alla sua filiazione americana: Nissan Motor Corporation. Per rendere più incisiva la propria azione sul mercato USA, Nissan lanciò modello Fairlady, una spyder dalle linee molto attraenti e supportata dalla tradizionale qualità e performanza della meccanica Nissan.

La Fairlady, sviluppata solo per l’esportazione in particolare negli USA, è stata la pietra angolare di tutta una generazione di sportive, spyder e coupè, Infatti dalla Fairlady è nata la famiglia delle sportive Nissan identificate dal suffisso Z, che diventò un marchio nel marchio, soprattutto negli USA, dove ha contribuito in modo fondamentale a creare una positiva immagine di Nissan-Datsun in un tempo in cui la produzione era incredibilmente frastagliata su una quantità di modelli in buona parte poco incisivi nei confronti del fondamentale mercato Americano. Il modello della grande svolta appare nel 1969 e rimarrà in produzione per ben nove anni con un totale di 520.000 unità vendute.

Si tratta della Nissan-Datsun 240Z, un coupè dalla linea pulita e dalla qualità meccanica molto elevata. Il propulsore era un sei cilindri in linea 2.0 litri da 160Hp, lo stesso utilizzato sulla Slyline 2000 che, dal 1969, ha assunto la denominazione GT/R. La trazione era, ovviamente, posteriore e le sospensioni posteriori erano indipendente in un tempo in cui molti gioielli europei della stessa categoria avevano ancora l’assale rigido.

Nissan mise a frutto il potenziale del suo agile coupè derivandone versioni speciali con cui prendere parte ai grandi rally. Il propulsore fu maggiorato a 2.4 litri per una potenza fino a 220Hp, per la 240Z che giunse terza alla Rally di Montecarlo del 1972 nelle mani di Rauno Aaltonen e Jean Todt. L’evoluzione dei coupè Z ha conosciuto una impennata nel 1978, quando è nato il 280Z, con il sei cilindri in linea maggiorato a 2.75 litri per mantenere una potenza di 145Hp nonostante l’avvento di normative più stringenti in materia di emissioni inquinanti.

Ma è negli anni ’80 che la serie dei coupè Z è sottoposta ad una serie di step evolutivi molto significativi, a partire dalla adozione, nel 1983, di un sei cilindri in linea maggiorato a 3.0 litri, e quindi allo sviluppo di una vera e propria gamma di propulsori specifici, dedicati al modello, fra cui il sei cilindri in linea in versione 2.0 litri turbo per 180Hp, e un nuovo V6 3.0 litri, sia aspirato che turbo, per 190 e 195Hp rispettivamente. Gli anni ’80 hanno visto un costante incremento del potenziale prestazionale sia dei coupè serie Z, sia del coupè/berlina Skyline GT che, in particolare, conquistò una serie ininterrotta di vittorie nel campionato nipponico di categoria, grazie anche al nuovo sei cilindri 2.6 litri da 280Hp.

Ma la vera impennata prestazionale, sia per i coupè della serie Z, sia per la Skyline GTS, è arrivata alla fine degli anni ’80, con la nascita della nuova 300Z e della Skyline GTR. In effetti fra i due modelli si realizzava una certa sovrapposizione prestazionale, con la 300Z dotata di un V6 di 3.0 litri, sia aspirato che biturbo, con potenza fino a 280Hp. Ad accentuare la sovrapposizione era anche il fatto che la nuova 300Z era disponibile sia come coupè 2 posti secchi, sia come coupè 2+2 con carrozzeria a due volumi e mezzo. La Skyline, su cui aveva fatto la sua comparsa la sigla GTR, aveva il 6 cilindri in linea di 2.6 litri, biturbo accreditato ugualmente di una potenza di 280Hp, ma arrivava ad oltre 550Hp nelle versioni da competizione. Un vero lupo in veste di agnello vista l’anonima carrozzeria che continuava ad avere stile di coupè-berlina 2 porte e 3 volumi. All’inizio degli anni ’90 Nissan ha realizzato anche una speciale vettura di rappresentanza, una President cabrio a propulsione elettrica, un esemplare unico, ma che confermava già una importante attenzione a sistemi alternativi di propulsione. La Skyline GTR esce dall’ambito delle competizioni nipponiche e si presenta alla 24 Ore di Francorshamps dove vince in gruppo N.

Da questa esperienza, nel 1993, viene tratta la prima Skyline GTR di serie di altissime prestazioni, dotata del 6 cilindri in linea 2.6 litri biturbo da 550Hp che ne fa una delle più micidiali vetture di serie dell’epoca, ma sempre con carrozzeria “da famiglia moderatamente sportiva”. A questo punto Nissan punta tutto su questo modello per quanto riguarda le competizioni, con versioni che sono arrivate a disporre di propulsori da 600Hp. La 300Z invece si consolida come sportiva stradale di grande successo, con oltre 1 milione di unità prodotte alla fine degli anni ’90. A questo punto è arrivato uno stop alla produzione dei coupè Z e la serie è stata ripensata e la nuova edizione viene presentata al NAIAS di Detroit del 2001 riscuotendo grandissimo successo. La linea è quella di un coupè decisamente più compatto e sportivo mentre il propulsore resta il V6 maggiorato a 3.5 litri per una potenza di 280Hp.   Nel 2003 la Skyline GTR da competizione subisce una trasformazione fondamentale in quanto il 6 cilindri in linea 2.6 litri biturbo viene sostituito dal più compatto V6 biturbo 3.0 litri. L’anno successivo alla carrozzeria stile grosso coupè per famiglia si sostituisce quella derivata dal nuovo coupè serie Z, con passaruote allargati ed equipaggiato con il V6 3.0 litri biturbo e il gruppo cambio-differenziale in blocco, ambedue derivati dalla Skyline GTR. In pratica è la nascita della attuale GTR.

Questa esordisce nel 2007 con carrozzeria coupè 2+2, V6 3.8 litri biturbo anteriore, cambio a doppia frizione in blocco con il differenziale posteriore  e trazione integrale per gestire al meglio una potenza di 480Hp. La Nissan GTR ha subito ulteriori affinamenti e potenziamenti nel 2012 e 2013 con l’avvento di propulsori da 550 e quindi 600Hp nella versione NISMO. La vita dei coupè della serie Z è stata più stabile e meno avventurosa, mantenendo lo stile svelato nel 2001 e quindi incrementando la prestazioni nel 2003 con la nuova 350Z dotata del V6 3.5 litri per una potenza incrementata a 313Hp. Nel 2008, infine, nasce l’attuale 370Z, dotata di un V6 cresciuto a 3.7 litri e oltre 330Hp. Nel 2019, dalla 370Z è stata ricavata una versione speciale celebrativa dei 50 anni della 240Z che aveva aperto a Nissan il mercato sportivo USA.

Stando alle indiscrezioni, la prossima evoluzione dei coupè serie Z potrebbe essere rappresentata dalla adozione del V6 biturbo da 400Hp che equipaggia le Infiniti Q50 e Q60. L’incremento prestazionale sarà rilevante e a questo punto i modelli serie Z rischieranno di sovrapporsi alla GTR, forse è il caso di tirare una riga per terra e non oltrepassarla, per la buona salute cardiaca di quelli del marketing.

Sul nostro mercato i coupè serie Z hanno registrato diffusione limitata mentre, invece, è molto forte l’immagine della GTR, come è logico visto che, anche in ragione di un buon rapporto prezzo-qualità, da noi è vista come la concorrente naturale di Porsche 911 e di tutto il meglio d’Europa. Soprattutto nella edizione NISMO, il cui V6  3.8 biturbo eroga ben 600Hp e il cui livello di finizione è elevatissimo, con molte parti in fibra di carbonio, sia di carrozzeria che di plancia e di consolle, più selleria raffinatissima e un ambiente a bordo che toglie il fiato.

Il motore è un pezzo di bravura, assemblato integralmente da un solo specialista, un meccanico di altissima qualificazione che, dopo aver completato l’assemblaggio ed eseguiti tutti i controlli, applica la sua firma su una targhetta che viene applicata sul motore, il “suo” motore. Anche nella esecuzione NISMO, Nissan GTR mantiene la configurazione coupè 2+2 che la appesantisce un poco, sia nella linea che sulla bilancia. Ho avuto modo di provare Nissan GTR e GTR NISMO su un tracciato ricavato sulle piste avio della USMC Air Base di El Toro, ora trasferita a Camp Pendleton, sempre in California, e quindi sui magici circuiti di Spa-Francorchamps e di Silverstone.

A Francorshamps l’impeccabile trazione integrale ha consentito di spingere a fondo nonostante la pioggia battente creasse frequenti situazioni di aquaplaning. É stata una grande dimostrazione di superba controllabilità e tenuta nonostante la grande potenza messa a disposizione dal magnifico V6 3.8 biturbo, e anche quando i pneumatici non ce l’hanno più fatta il recupero di controllo è stato sempre rapido e preciso.

A Silverstone le condizioni erano ottime ed è stato possibile spingere a fondo in tutta sicurezza e totale gratificazione, andando ad esplorare i limiti della personale competenza di guida. La Nissan GTR assicura massima gestibilità anche tirando tutte le marce al limitatore. L’assetto rimane neutro e nitidissimo e la sensazione è di disporre ancora di notevoli margini di sicurezza. Questo per quanto riguarda il top dell’ingegneria Nissan, il pezzo più esclusivo sviluppato in anni di affinamento nelle competizioni. Dall’altro lato c’è Nissan per famiglia con i suoi modelli ben accessibili, sicuri, di assoluta affidabilità. Il numero uno, anche per record di vendita, è il crossover Qashqai, un successo fin dall’esordio nel 2007. diventato immediatamente un fenomeno che ha sconvolto il mercato delle vetture per famiglia, aprendo la strada alla sempre maggiore diffusione di SUV e Crossover. Nel Qashqai i tecnici e gli stilisti Nissan hanno saputo far confluire le funzionalità migliori della berlina e del SUV traendone un modello che ha risposto con formidabile puntualità alle aspettative del grande pubblico che, in Italia e non solo, ne ha dichiarato il successo più totale. Fra i meriti di Qashqai, l’eccezionale l’abitabilità in relazione ad un ingombro longitudinale di 4,4 metri che ne rende agevole l’utilizzo anche in ambito urbano “stretto”. Nissan ha saputo aggiornare Qashqai con interventi ben mirati che hanno mantenuto intatta la forza del messaggio iniziale e con essa il consenso del pubblico. Particolarmente rilevante è stato l’avvento, nel 2018, di una nuova generazione di motorizzazioni “virtuose” rappresentate dello straordinario 1.3 litri turbo-iniezione diretta declinato in due livelli di potenza: 140Hp e 160Hp. In ambedue le esecuzioni questa unità ha dimostrato di saper associare un potenziale prestazionale estremamente brillante a consumi che rimangono sorprendentemente contenuti anche nella guida urbana, dove il pilota esperto può mettere a frutto le eccellenti curve di erogazione di coppie molto vigorose e fluide, che consentono di limitare il ricorso al cambio. Queste positive caratteristiche  si debbono innanzi tutto ad una configurazione estremamente avanzata di tutta la termodinamica, dal profilo della camera di combustione alla distribuzione a fasatura variabile. A garanzia della sua superba efficienza termodinamica, il nuovo 1.3 litri vanta un rapporto di compressione molto elevato per un propulsore turbosovralimentato per cui, in ambedue la declinazioni di potenza, l’elasticità è straordinaria con eccellenti doti di progressione da regimi inferiori, anche con le marce superiori. Per garantirne la massima compatibilità ambientale, il nuovo Nissan 1.3 litri è dotato anche di filtro anti-particolato. A completare la pregevole gamma delle motorizzazioni ci sono i due turbodiesel, il 1.5 litri da 115Hp e un grintoso 1.7 litri da 150Hp, disponibile anche con trazione integrale. Con buona pace degli incompetenti lapidatori del ciclo Diesel, in Italia Nissan vende l’88% di Qashqai in versione turbodiesel. E spero che continui così.

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