C’É ANDATA BENE

C’É ANDATA BENE

 

 

Credo che ogni uomo di cultura, competenza e, soprattutto, di intelligenza adeguata a rifiutare le idiozie della demagogia ambientalista abbia provato un brivido su e giù per la spina dorsale alla vigilia dell’annuncio della assegnazione del Premio Nobel per la Pace, quando verdi, gialli e rosellini facevano la hola a sostegno della ridicola candidatura della ancora più ridicola Greta. Dopo aver visto la gretina ossequiata prima da parlamentari svedesi, scozzesi, europei e quindi dall’assemblea dell’ONU, c’era da preoccuparsi seriamente. Ma soprattutto è il caso di preoccuparsi della inconsistenza politico-culturale di questa massa di politicanti superficiali e pronti a vendersi l’anima per compiacere la moda del momento.  A Oslo, per fortuna, hanno premiato il Presidente dell’Etiopia, Abiy Ahmed Ali, una scelta molto ben meditata perché si tratta del leader africano più rigorosamente e positivamente impegnato a guidare il proprio paese verso un effettivo progresso socio-economico e quindi al suo solido inserimento nel contesto internazionale.

E la qualità del leader etiopico non deve meravigliare perchè l’Etiopia è l’unico stato africano con alle spalle una storia e una cultura millenaria dalle radici solidamente giudaico-cristiane. Ma questo non è il tema di oggi. Abbiamo eliminato il pericolo di una “Greta Nobel”, ma non quello generato dal pesante tentativo di sottoporre l’opinione pubblica mondiale ai condizionamenti dell’eco-catastrofismo attraverso costanti riferimenti al “surriscaldamento globale” ogni qualvolta si verifica un evento climatico fuori standard, che sia siccità prolungata piuttosto che il suo contrario, cioè pioggia a catinelle, acqua alta a Venezia, neve abbondante su tutto l’arco alpino già a novembre. Con buona pace per dell’irrazionalità della evidente contraddittorietà del mettere nello stesso sacco tutto quanto riguarda fenomeni climatici “eccessivi”. Ma questa plateale irrazionalità pare non preoccupare la gran parte dei commentatori/trici dei TG, ma soprattutto di programmi pseudo-cultural-scientifici come National Geographic, Discovery, Discovery Science, una assoluta vergogna che puzza di condizionamento propagandistico lontano un anno luce. Da uomini competenti e responsabili dobbiamo imporre la assoluta priorità della ricerca e della analisi scientifica rigorosa, accettandone le conclusioni e agendo di conseguenza.

Per il momento tutto è rimasto a livello emozionale, con grande attenzione e diffusione delle teorie eco-catastrofiste di una bella brigata di eco-dilettanti, mentre è stata alzata una sorta di barriera silenziante tutto attorno alle conclusioni di scienziati di grandezza assoluta, a partire dal Professor Rubbia. Non abbiamo dati e valutazioni finali in materia, ma siamo uomini competenti e responsabili e quindi sappiamo che, comunque, a questo punto dobbiamo lavorare per arrivare a definire un piano globale di aggiornamento dei sistemi di mobilità individuale che, in primo luogo, ottimizzi ulteriormente i consumi di combustibili fossili e le conseguenti emissioni, ma sia altresì totalmente libero dal condizionamento delle idiozie demagogiche, come l’ossessione anti CO2, che non ha alcuna base scientifica perché l’anidride carbonica è fondamentale per la vita dei vegetali sul pianeta e quindi fa parte del ciclo vitale di base. Personalmente ho la convinzione che, per fortuna, questi eco-terroristi siano, nella stragrande maggioranza, così ignoranti da non sapere che il ciclo della fotosintesi clorofilliana ha, da alcune decine di millenni, un’inversione notturna, per cui, dopo aver assorbito CO2 ed emesso O2 nelle ore di luce, assorbe O2 ed emette CO2 in quelle di buio.

C’è il rischio che il giorno che gli amici di Greta ne venissero a conoscenza chiederebbero di abbattere tutti gli alberi. Stanno già chiedendo di non allevare più i bovini perché le loro flatulenze incrementano il livello di metano nell’atmosfera. La sindrome del CO2 è del tutto analoga a quella relativa all’allargamento del “buco nello strato di ozono” che circonda la stratosfera e funge da schermo contro l’aggressività dei raggi ultravioletti provenienti dal Sole. Secondo gli eco-catastrofisti lo strato dell’ozono  era aggredito dal freon, il gas impiegato negli scambiatori di calore dei condizionatori. Continuando ad utilizzare condizionatori a freon  avremmo aperto la porta ai reggi ultravioletti che, arrivando fino agli strati inferiori dell’atmosfera, avrebbero incenerito tutta la vita sulla Terra. Morte al freon! E così abbiamo dovuto buttare via i nostri condizionatori, sostituendoli con i nuovi che utilizzano un altro fluido di scambio termico.

Nel frattempo lo strato di ozono se ne sbatteva totalmente del freon e delle altre imbecillate relative, visto che, seguendo il suo ciclo millenario, ha richiuso il buco per conto proprio, per cui tutti noi non siamo andati fritti, come fossimo tante coscette di pollo stile Col, Sanders Kentucky Fried Chicken. Ma nessuno, NASA  a parte, si è preso il tempo per annunciare che il buco dell’ozono si era richiuso, e questo ci deve far pensare ad una vera  e propria cospirazione eco-terrorista che può contare sulla compiacenza di giornalisti incompetenti, in malafede o semplicemente alla ricerca della notizia ad effetto. E il catastrofismo consente agevolmente di generare quelle notizie ad effetto che conquistano automaticamente le prime pagine dei quotidiani. Quando le cose sono tranquille bisogna saper scrivere con stile forbito e cura dei dettagli, per cui molti giornalisti non sanno cosa scrivere, e allora si agitano e, piuttosto che niente, scrivono stronzate. È il momento di rimettere i piedi per terra, mettere da parte le polemiche e gli isterismi, tirare un paio di boccate dalla pipa caricata con dell’ottimo Prince Albert e servirsi una doppia dose di bourbon, meglio se Knob Creek. È un’ottima cura contro la gretinite.

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