Editoriale

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PIOVE, GOVERNO LADRO!

Cari Amici, è passato un po’ troppo tempo da quando sul nostro sito è stato pubblicato Auto-Moto-Tech 2 e ve ne chiedo scusa. Debbo confessare che sono più impegnato di quanto avessi previsto quando decisi di dare vita a questo nostro notiziario tecnico-motoristico. E allora, con l’avvallo dell’amico e specialista del web Fabio, ho deciso di trasformarne la veste editoriale al fine di rendere il sito sia più accessibile, sia più versatile e agevolmente aggiornabile, a ciclo continuo, come un blog. Fatemi sapere. Quando ho cominciato a preparare questo, che sarebbe stato Auto-Moto-Tech 3, eravamo sotto il tallone del tragicomico governo Monti e l’editoriale era ispirato ad eventi da poco avvenuti. Non è cambiato molto nel rapporto fra gli appassionati dei motori e l’apparato burocratico-amministrativo centrale che qualcuno chiama erroneamente “Stato”, dimenticando che lo stato siamo noi cittadini e loro sono solo delegati ad utilizzare i soldi pubblici, che poi sono i nostri, per cui sarà meglio che li usino con responsabilità. Con i professori siamo tornati al medioevo, quello dei signorotti che disponevano a piacere della vita e delle proprietà dei sudditi, e il ridicolo e inconcludente governo Letta non ha fatto assolutamente nulla, a parte proclami assolutamente vuoti, a partire proprio da quello che annunciava il “governo del fare”. Sì, quello che fa “analnatrack-utwasbethod-dokyeln-bienvè”, dal film Excalibur. Noi non siamo più cittadini di questa sgangherata repubblica, siamo sudditi  totalmente disarmati nei confronti del potere centrale. Benigni, facci un favore, invece della Costituzione, la prossima volta vai a leggere la Vispa Teresa! Saresti più correttamente nel tuo personaggio, e meno untuosamente demagogico. I professori sono stati mandati a casa, ma con un ritardo che mette in evidenza solo l’inadeguatezza della nostra classe politica che, viaggiando in auto blu, non solo se ne frega completamente, ma riaffermo il suo “diritto” a trattare noi automobilisti come altrettanti bancomat ambulanti. Tutto il comparto delle quattro ruote ha subito danni che ne travolgeranno le entità più esposte, dalle piccole e medie imprese dell’indotto, ai concessionari e alle officine. Un capitale di competenze e di lavoro la cui ricostruzione, quando la tempesta sarà passata, richiederà anni. Non è accettabile. Con il mercato dell’auto, si impoverisce tutta l’Italia perchè la mobilità individuale in auto è insostituibile, con buona pace di Pisapia e del suo tentativo di trasformare Milano in una città di ciclisti. L’economia e l’industria non possono andare avanti in bicicletta, non arrivano da nessuna parte e le nostalgie della Pekino maoista sarà meglio che Pisapia e le sue “guardie rosse cicliste” le lascino perdere una volta per tutte. L’automobile è cresciuta mirabilmente in qualità, efficienza, sicurezza e compatibilità ambientale. E sono proprie quelle di classe superiore, come le Porsche, a far registrare i progressi più virtuosi in termini di consumi specifici e, quindi, di abbattimento delle emissioni. E il piacere di mettersi al volante di vetture del genere è più che mai una emozione esaltante, per la quale vale la pena di risparmiare su altre spese della vita quotidiana per potersela permettere. Senza dover provare altro che il nostro diritto al possesso. Senza ulteriori giustificazioni da dare agli scherani del potere burocratico-amministrativo centrale. Oggi siamo all’assurdo che, in base all’allucinante redditometro del rag. Befera, se uno, per soddisfare una passione assolutamente legittima, si compra una Jaguar XK del 2002, prezzo €10.000 al massimo, viene immediatamente accusato di essere un evasore perchè deve dimostrare di potersela mantenere. Poco importa se la tira fuori dal box tre volte all’anno e ci fa il giro dell’isolato e, eventualmente, risparmia i soldi relativi a bollo, benzina e assicurazione mangiando “pane e cipolle”. É un maledetto evasore e deve pagare col sangue. E allora, nel ricordo del grande Giovannino Guareschi, torniamo a sbattere in faccia a questa odiosa e oppressiva classe politico-professorale, il sempre attuale “Piove, governo ladro!”

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